Da Il manuale di come si vive
di Via Jenner 8
Capitolo: Cristo, una vita da mediano
Non controllo i miei soldi?
Non li difendo da te?
Ok non ho il controllo di me stesso,
Ma che cosa devo controllare?
Se controllo, amico mio, vuol dire che non mi fido
e se non mi fido
vuol dire che ho sbagliato tutto. Tanto.
Io mi fido di te
e se ho sbagliato tutto, Tanto
vorrà dire che i soldi serviranno a pagare il mio sbaglio.
quando quelli chiesero a Cristo:
Perché continui a comportarti così, continui a fare quello che fai,
tutti intorno si aspettavano di ascoltare la verità.
E Cristo rispose con la sigaretta in bocca, sapendo che non gli avrebbero mai creduto:
Perché ormai non posso più tornare indietro.
Vorrei essere un altro
Invece rimandai a domani
Vorrei essere libero
Ma con tanti schiavi al seguito
Vorrei vederti in piedi
Per chiedermi di passare il detersivo negli angoli strisciando
E affrontare il mare
Senza ci fosse quella scomoda linea di confine
Che tanti dubbi mi dà
Vorrei un albero
Per raccogliere il primo peccatore mentre cade
Ed costruire il nido sull'albero, con la scala
Prima che lo faccia il sole senza scala
Guardare un vecchio cieco negli occhi
Per ascoltarmi
Viandante come in un film di Pasolini Paolo
Sdoganare le paure
Come fossero baiocchi da pucciare
Da arrivare ad odiarli guardandoli nuotare a due a due
A questo punto, non potendo tornare indietro
che ti devo dire, resto solo un folle
Un folle con la mia scarica di ormoni da occidente
Come siamo folli in chiesa
Con un vangelo da scout
Che sia frusta e che sia caronte
Vorrei abusare del male
Per poi espiarmi sdraiato in spiaggia sotto un pretesto
Ad uno ad uno deglutire i sassi
Senza poi operarmi per estrarli
Tornare indietro
Per correre ad arrivarmi avanti
In prima fila per sparare ai deboli
In prima fila sparare ai forti
Restare in piazza al centro
In piazza fino all’alba solo solamente
Abbracciarti come fossi cera io
Sperando di scottarti tu
E aspettare che ti calmi con sù degli occhi dolci
A questo punto non potendo tornare indietro
resti solo poco più di un pazzo
Un pazzo con uno scettro di norme a carico
Come lo siamo matti
Matti con un nome ben in vista sull’ addome
Dal primo all ultimo
Chi lo sa
Che mi avverta
Chi lo trasmette
Chi lo aspira piano piano
Dal tubo della serratura
EcChiSsi dispera
E piange lacrime dalmata
Lo faccia con dignità
Chi ci mangia
E Chi ci sfama
Chi ci suonaforte
E chi lo ascolta assente
Tanto chi comanda
Alla fine affonda
E non resta nientunque
Neanche chi ci spera sopra
che la realtà alle volte
si trasforma da sola,
che la realtà alle volte
si trasformi da sola
Ti regala le uova e te le spacca
Un giorno ti sveglia
E non sei nemmeno più tu
Non sei nemmeno di carne
Nianche vero
Libero di tirare una corda ricorda
Di Comprati una penna che scriva dappertutto
E segnati con molta calma a giorni alterni
senza aspettare l'epifania
i battiti sul calendario