Sa mort nous sépare. Ma mort ne nous réunira pas. C'est ainsi; il est déjà beau que nos vies aient pu si longtemps s'accorder
Simone de Beauvoir
Scenario
Vampiri apatici avvolti in cappotti elastici
sbattono le ali e sibilano nella schiuma
di birre e composti per armi chimiche
Lune storte stilizzate su tutte le strade
portano a Roma gli alcolici in processione
su fogli incollano gli amari e l’amore
disegnano Dylan Dog e contano i mostri
All’interno
Luci al neon in lune a forma di pène
fluorescenti sfidano l’invidia del buio
Siamo in una toilette piena di scritte
“Credo in Dio. Credo all’Amore”
numeri a metà segnati sul muro
di gente confusa presa dalla fretta
Varcato l’uscio crediamo più a niente
fino al prossimo impulso dal basso
ventre chiuse dietro le porte del cesso
fisso il vetro cieco nei denti di gesso
Una breve aggiustata ai capelli empi
simboli di riconciliazione e pace
lì perdiamo tra il pettine i ricordi
come dopo il sonno sfregati gli occhi
In religioso silenzio
Attendo di sfogare lo stato di eretico
nel piacere sano del sangue alterato
sognando me stesso
che sogna se stesso
Infatti esco
--Esco e rimango solo io
e l’universo--
Seleziono e cancello le risa coi guanti
in un click trema il bicchiere in una mano
e ricomincio il sudoku di abbracci sudato
nell’altra lo sporco e le linee della vita
accanto il mio migliore amico è riuscito
a ordinare da bere di nuovo. Lo amo
Apologia della festa
A rimanere a casa di morte ero vivo
qui anche, ma non me ne accorgo
se condivido la fila i denari e la puzza
vestito, il peggiore dei bar di Caracas
si espande nel centro di Roma capoccia
Ringrazio la vita, i taxi e il rum d’annata
che danza asciutto sulle punte, delle dita