martedì 6 ottobre 2009

La prospettiva degli specchi (di vita di morte e liquirizia in stecche di legno irregolare)

Ma respirare rimane un vizio straordinario

G.


Ai caduti cosa speri che li aspetti?

Oltre l’immaginazione,

la ricompensa.

Come agli alberi le foglie

e i loro rami spogli

aspettano di vibrare e fare frutti.


M-ai caduti cosa spetta?

Perché agli alberi le foglie

e i loro rami cadùchi,

come ai restanti che restano ricordi

da dei corpi fermi tra burrone e cielo.


Ai caduti cosa spetta?

Giàpperché agli alberi foglie

e rami cadùchi,

eai restanti abitanti sulmondolevoglie

bisogni primari secondari terziari svaghi

che restano uniti prima che li separi il mare

distratti dal cordoglio di lasciarsi prima di inciampare

e finire dentrunpozzo

pieno di desideri inesprimibili e un inespresso

di bugie sociali ma eleganti.


Ai caduti? Cosa aspetti a cadere?

Aggrappato alle foglioline,

preoccupato del tuo peso specifico soffi,

e quelle foglioline che pian piano cadono, appressattè

invano risuonano al passare del tuo soffio

e invano proseguono a spiegare il perché del perché,

del perchè a te e non a me.


Ai caduti cosa spetta?

Perché se non lo sai

tu poi lo chiedi agli alberi, le foglie

e i loro rami cadùchi

come ai restanti che restano a vivere la vita

che è un po’ come un manuale dei vari modi di cadere

che a pensarli mi squaglio come un lego

che a nuotarli mi sembrerebbe il mare di prima un lago

che a testarli tutti cadrei diretto dentral pozzo anchio

fino in fondo fino a sperare di trovarci un lume

caduto anchesso nel pozzo credendosi

di poter essere in pieno una luna.


Ai caduti alla fine cosa aspetta allora?

Dipende dalla prospettiva degli specchi.

Perché agli alberi le foglie

e i rami, prima o dopo secchi.

A me l’anarchia

la gelosia

l’abuso perpetrato

l’umorismo di come pensarmi a cadere

la liquirizia in stecche di legno irregolare

le melodie in sogni di quattro quarti

e lincomprensione spessa dei sogni la sera,

di quando cadiamo dove andiamo a cadere, in teoria

di quanto per dire il dolore non ci riguardi poi in realtà piùttanto.

Cado

se cadessi

capirei

i caduti

capirai

cadùchi.

Ai caduti?

casomai

a noi?

Dipende dalla prospettiva degli specchi,

mancando il cadere reale e la prova con gli oggetti

non vale manca

quel piccolo movimento di calore mentre cadiamo

che ci evitasse poi di evitare di evitare di cadere poi nell’infinito.

Così cadiamo tutti

così cadiamo seriali,

come capita spesso agli alberi con le foglie

e inevitabilmente anche ai loro rami.