La maestra Patrizia tornando a casa incontrò un orso.La maestra Patrizia scappò via e andò da un cacciatore. Aiuto! aiuto! c'è un orso che mi insegue! gridò la maestra Patrizia.Okay, ci penso io, rispose il cacciatore.
Allora corse a prendere il fucile e si mise a rincorrere l'orso, ma l'orso furbo si rifugiò nella foresta. Allora il cacciatore corse con il fucile e decise di rincorrere l’orso, ma l’orso non era più un orso, o almeno non era più l’orso che era stato un secondo prima, e questo non cambia la scena.
Il cacciatore lo cercò dappertutto ma non lo trovò. E il tempo passava. Per entrambi, e anche per la maestra Patrizia
A un certo punto il cacciatore udì un rumore;
l'orso si stava avvicinando a lui.
Il cacciatore si accorse che l'orso era dietro di lui, nonostante il tempo passato senza udire nulla, l’avesse reso più simile ad un albero che a un cacciatore. Aveva dimenticato l’odore dell’orso, ma aveva ancora memoria.
Allora il cacciatore si girò di scatto, per quanto sia capace un cacciatore, più simile ad un albero che ad un cacciatore, e sparò in alto in alto. Molto in alto. Quello che il peso del fucile, che col tempo era diventato troppo grande, gli permise.
L'orso, che se non era più lo stesso orso prima, figuriamoci adesso, che aveva dimenticato l’odore del cacciatore, e del fucile, ma che aveva ancora una memoria, ebbe così tanta paura che si rifugiò in una caverna e da quel giorno non uscì più.
E così la maestra Patrizia poteva tornare a casa tranquillamente*
E tutti vissero
*o comunque tornò alla prima casa che credette di conoscere. Perché anche la maestra Patrizia non era la stessa dell’inizio della storia, aveva dimenticato l’odore di casa, e forse non aveva più neanche una memoria; per quanto poi incontrando un orso per la strada si possa rimanere gli stessi da prima a dopo. Ma questo non cambia la scena.
New Love grows on trees (LA MAESTRA PATRIZIA E L’ORSO)
Per portare a votare mia nonno, votare
non sai che fatica, non l’ho mai fatto
portare nonna a votare nel secolo nuovo
nuovo per lei e nuovo per tutti
e nuovo millennio a cavallo
passeggiando sbuffando del passo sfasato
sangue nuovo e sangue asciutto a braccetto
bambole di pezza e bambole robot nonna
e nipote ai fatti conti di poter contare sul futuro
ma conta solo un presente se conta
nonna accompagno a votare come al bagno
nonna sorridente come se vedesse il suo futuro
il nipote quadro astratto indefinito
di amore e di non amore e di more
e io nipote di nonna come vedessi il mio
insieme e le lacrime, ma indefinito per le lacrime
che scorrono ai lati del mio viso del suo
che la tristezza per esperienza accompagna
a destra e a sinistra del caso
le mie convinzioni le rivoluzioni immaginarie
i raggi dalle fessure di una finestra dismessa
e tutto il resto che si possa aspettare
di convinzioni e raggi affilati
come lancette di un orologio richiuso
nel quadrante di un piccolo spazio in paradiso
e poi portare mio padre a votare,
non aver mai fatto neanche questo
un secolo che ci accompagna di spalle
le battaglie di guerre e di differenze
di piatti e forchette e le cene e i pranzi
ed i calci in-volontari sotto il tavolo
le proprie ansie di ghiaccio e gli occhi di grano
i sorrisi le bugie le macchie dei dico non dico
di giacca rossa a bottoni d’oro
di anni di amore di non amore
di lacrime che scendono o restano ai lati
che la tristezza per esperienza accompagna
a destra e a sinistra del caso
il proprio tempo e le convinzioni
affilate come lancette
di un orologio richiuso nel quadrante meccanico
di un piccolo spazio in paradiso
e poi portarmi a votare, quando sarà
lo farò senza averlo mai fatto immaginato
aggrappato al mio secolo amarognolo
sull’orlo del mondo che ho visto che hai visto tu
sull’orlo della terra piatta
che per me si è trasformata in sfera
solo per me e le mie voglie
di divani maschere guerre e differenze
tra me e me stesso
di qualcosa in altro
oltre le proprie limitazioni
i sorrisi le bugie le macchie dei dico non dico
di giacca rossa a bottoni d’oro
di anni di amore e di non amore
e di lacrime che scendono o restano ai lati
che la tristezza per esperienza accompagna
a destra e a sinistra del caso
del tempo proprio ed di quello altrui
secondo le proprie convinzioni
affilate come lancette
di un orologio richiuso nel quadrante digitale
di uno piccolo spazio in paradiso
Un conto è vincere un conto è convincere
l’amore crescerà comunque sugli alberi