domenica 14 giugno 2009

Weekly reviews

Aggiornamento settimanale
del lavoretto settimanale
di scrivere di musik.
Per sopperire al fatto, che questa settimana c'èstato un intoppo
vale a dire un ritardo, c'è ben un solo collegamento
per ben due pezzi.
Quindi uno lo metto
e l'altro lo scrivvo
e il link lo rimetto
la settimana prossima.
Gustatevi i Phoenix, il top del fascismo francese
ma di classe.
E assaporate Bjork, che di fascio ne ha poco
ma di classe molto di più della classe dei Phoenix.

Laiv il suono psichedelico dell'Islanda

Non conoscendo una parola di un linguaggio sconosciuto, l'unico modo per pensare di conoscerla è immaginare. Ci sono per questo buone chance che il termine islandese per "trasformismo" sia "Bjork". Che esce con un cofanetto live contenente tutto e di più.

 

“Credo che ognuno sia in un certo senso bisessuale, in un modo o nell'altro; è solo questione di riconoscere o meno questa condizione e abbracciarla. Personalmente credo che scegliere tra maschi e femmine sia più o meno come scegliere tra un biscotto o un gelato. Dovresti essere scemo per non provare entrambi, quando ci sono così tanti sapori differenti”. Parole del 2004 di Björk Guðmundsdóttir, cantautrice islandese d’avanguardia, moglie dell’artista californiano Matthew Barney, e due volte madre.

In realtà il discorso su ogni sua singola proclamazione è molto più complesso di così e d’altronde non è mai stato semplice afferrare del tutto le intenzioni di Bjork, almeno tanto quanto le sue provocazioni, come cantante, autrice, attrice o performer. Una carriera in avanti la sua, condotta da uno specchietto retrovisore, in fuga dalle banalità delle realtà contemporanee e dalle critiche, banali altrettanto, di tali realtà.

Ultima sua opera, Voltaic (pluriprogetto basato sulle ceneri di Volta, ultimo album da studio del 2007) non renderà di certo le cose più semplici al pubblico, il quale dal canto suo avrà bisogno di tempo almeno solo per rendersi conto di cosa si trova a sollevare dallo scaffale al momento dell’acquisto.

Voltaic di fatto più che un album è infatti una vera e propria esperienza multimediale.

Composta di quattro parti (anche fino a cinque inclusa l'opzione con vinile) il cofanetto potrà essere venduto separatamente in versione standard (come album singoli) o deluxe e conterrà: due cd, uno con registrazioni live da studio effettuate all'Olympic Studio di Londra e l'altro (The Volta Mixes) con una dozzina di remix eterogenei sempre basati sulle tracce di Volta. Poi due Dvd, uno live con estratti dalle tappe del Volta-tour di Parigi e Reykjavik e l'altro con tutti i video ufficiali dell'album. In più se non bastasse, anche la possibilità di acquistare la versione Deluxe Vinyl.

Una scelta che farà sudare parecchio il pubblico, soprattutto all’altezza delle tasche.

In realtà immaginiamo sia una cosa normalissima Bjork, artista “omniedrica”, abituata a non staccare mai la spina creativa e mescolare nel proprio repertorio, pop, indie, jazz, ambient, elettronica, techno, musica classica e da camera, folk e trip hop, solo per restare all’aspetto della complessità sonora. Purtroppo però non sempre il livello cognitivo del fruitore combacia con quello dell’autore. Ovvio che questo sia uno dei motivi per cui l’artista islandese, pur avendo venduto quindici milioni di copie Worldwide (secondo i dati emessi da One Little Indian, etichetta indipendente cui Bjork è legata sin dai suoi esordi con I Sugarcubes, e che periodicamente sovvenziona con gli incassi dei concerti), non abbia mai raggiunto quel consenso di pubblico, ma anche di critica (a volte comprensibilmente spiazzata anch’essa), che invece avrebbe pienamente meritato. Poco male per lei, perchè questo sembra non averla mai preoccupata più di tanto, e poco male anche per noi che di riflesso gongoliamo, in attesa del suo prossimo album da studio, in uscita, secondo le sue ultime dichiarazioni, per il 2011.

 


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